Laura Maria Franciosi – Ricercatrice confermata di Diritto privato comparato, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

SOMMARIO

1. Introduzione.
2. Il contesto statunitense: dal «tort of defamation» alla Section 230 del Communications Decency Act del 1996.
3. Segue: gli orientamenti della giurisprudenza e il contributo del formante legislativo.
4. Il contesto cinese e le piattaforme digitali.
5. Segue: l’offerta di nuovi servizi, anche finanziari, da parte delle piattaforme digitali e la reazione delle Autorità cinesi.
6. Conclusioni.


Le grandi piattaforme digitali – motori di ricerca, social media, siti di e-commerce – ormai esercitano una sempre maggiore influenza sulla vita di larga parte della popolazione mondiale e, rispetto alla loro origine, sono state interessate da un’evoluzione tecnologica e dall’espansione delle loro funzioni senza precedenti. Questo processo – che ha portato alla creazione di realtà economiche e sociali sempre più complesse e tra loro interconnesse, ben rappresentate dalla locuzione ‘platform economy’ – presenta delle peculiarità specifiche e pone problemi giuridici di non poco conto. Negli ultimi due decenni, infatti, l’uso di tecnologie emergenti, combinato con la digitalizzazione e con l’aumento esponenziale del volume e dell’utilizzo dei dati, ha rivoluzionato il funzionamento tradizionale dei sistemi finanziari. Inoltre si tratta di un fenomeno dinamico e in rapida evoluzione, che mette in difficoltà i processi, lenti, di formazione delle regole tradizionali e mostra la loro inadeguatezza a confrontarsi efficacemente con le innovazioni tecnologiche, sempre più complesse (ad esempio, nuove forme di comunicazione, nuovi metodi di pagamento, sviluppo dell’intelligenza artificiale). In considerazione di quanto precede, il presente articolo si propone di esaminare l’evoluzione delle piattaforme digitali, con particolare riferimento agli ultimi sviluppi occorsi, prendendo come modelli di indagine l’esperienza statunitense e quella cinese, proprio in considerazione del fatto che le più influenti piattaforme digitali attualmente operanti sul mercato (rectius, le società che ne sono proprietarie) hanno sede, rispettivamente, negli Stati Uniti e in Cina.

Parole chiave: piattaforma digitale, libertà di espressione, e-commerce, U.S.A., Cina, formanti, diritto comparato.


The big digital platforms – search engines, social media, e-commerce sites – currently exert an ever-increasing influence on the lives of a large part of the world’s population and, compared to their origins, have undergone an unprecedented technological evolution and expansion of their functions. This process, which has led to the creation of increasingly complex and interconnected economic and social realities, well represented by the term ‘platform economy’, presents specific peculiarities and poses legal problems of no minor importance. In the last two decades, the use of emerging technologies, combined with digitalization and the exponential increase in the volume and use of data, has revolutionized the traditional functioning of financial systems. Furthermore, it is a dynamic and rapidly evolving phenomenon, which puts the slow processes of formation of traditional rules in difficulty and shows their inadequacy to effectively deal with technological innovations, increasingly complex (for example, new forms of communication, new payment methods, development of artificial intelligence). In light of the above, this article aims to examine the evolution of digital platforms, with particular reference to the latest developments, taking the US and Chinese experiences as models of investigation, precisely because the most influential digital platforms currently operating on the market (or rather, the companies that own them) are based in the United States and China, respectively.

Key words: digital platform, freedom of speech, e-commerce, U.S.A., China, legal formants, comparative law.

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